giovedì 2 settembre 2010

La triste logica delle fazioni

Care mamme,  ho lasciato passare qualche giorno dallo sconcertante episodio di Messina (due ginecologi si picchiano durante il parto di una donna), perché volevo riflettere a fondo sull'accaduto. Ebbene, se dicessi che non me lo sarei mai aspettato, mentirei.


C'è qualcosa di profondamente insano, a mio avviso, che permea purtroppo diversi aspetti legati alla maternità, dal parto all'allattamento. Sto parlando dello schieramento in fazioni, che si ripresenta per ogni tema che noi genitori e futuri genitori ci troviamo ad affrontare. Asilo nido sì o no, allattamento al seno fino a quando - in pubblico o nel retrobottega, pannollini normali o lavabili, e prima ancora, appunto, su come partoriremo: in acqua, in terra, in cielo, con un'operazione, con l'epidurale o senza. Tutti temi sicuramente importanti e che personalmente credo sia bene affrontare in modo consapevole, chiedendo e ascoltando, gli altri ma anche e soprattutto se stesse. Però ecco, mai che si riesca a trovare la misura, il buon senso, nelle voci dalle quali restiamo il più delle volte schiacciate.

Ci sono gli schieramenti e bisogna sempre scegliere: o di qua o di là, non ci sono compromessi perché il compromesso indebolisce l'ideologia e quindi rallenta la spinta della causa che le fazioni vogliono sostenere. A spese tue. Quindi sì, l'episodio di Messina non mi sorprende più di tanto, perché in un paese che da tempo anche nelle più alte cariche ha dimenticato l'etica del dialogo, è utopistico sperare che le cattive pratiche non si diffondano a macchia d'olio un po' ovunque, anche in una sala parto. Sembra che tutto ciò che riusciamo a costruire, lo sappiamo fare solo a scapito di chi non condivide la nostra causa, demonizzando chi non la pensa esattamente come noi, nella totale incapacità di ascoltare e rispettare l'altro. Decisamente un brutto vezzo, che però - temo - siamo noi stessi ad alimentare. Sì, perché qualsiasi decisione prendiamo come genitori, ci sentiamo in dovere di argomentarla e difenderla, per proteggerci dal giudizio degli altri, ed ecco che così ricadiamo, alimentandola, nella triste logica delle fazioni.