Care mamme, ho lasciato passare qualche giorno dallo sconcertante episodio di Messina (due ginecologi si picchiano durante il parto di una donna), perché volevo riflettere a fondo sull'accaduto. Ebbene, se dicessi che non me lo sarei mai aspettato, mentirei.
C'è qualcosa di profondamente insano, a mio avviso, che permea purtroppo diversi aspetti legati alla maternità, dal parto all'allattamento. Sto parlando dello schieramento in fazioni, che si ripresenta per ogni tema che noi genitori e futuri genitori ci troviamo ad affrontare. Asilo nido sì o no, allattamento al seno fino a quando - in pubblico o nel retrobottega, pannollini normali o lavabili, e prima ancora, appunto, su come partoriremo: in acqua, in terra, in cielo, con un'operazione, con l'epidurale o senza. Tutti temi sicuramente importanti e che personalmente credo sia bene affrontare in modo consapevole, chiedendo e ascoltando, gli altri ma anche e soprattutto se stesse. Però ecco, mai che si riesca a trovare la misura, il buon senso, nelle voci dalle quali restiamo il più delle volte schiacciate.
Ci sono gli schieramenti e bisogna sempre scegliere: o di qua o di là, non ci sono compromessi perché il compromesso indebolisce l'ideologia e quindi rallenta la spinta della causa che le fazioni vogliono sostenere. A spese tue. Quindi sì, l'episodio di Messina non mi sorprende più di tanto, perché in un paese che da tempo anche nelle più alte cariche ha dimenticato l'etica del dialogo, è utopistico sperare che le cattive pratiche non si diffondano a macchia d'olio un po' ovunque, anche in una sala parto. Sembra che tutto ciò che riusciamo a costruire, lo sappiamo fare solo a scapito di chi non condivide la nostra causa, demonizzando chi non la pensa esattamente come noi, nella totale incapacità di ascoltare e rispettare l'altro. Decisamente un brutto vezzo, che però - temo - siamo noi stessi ad alimentare. Sì, perché qualsiasi decisione prendiamo come genitori, ci sentiamo in dovere di argomentarla e difenderla, per proteggerci dal giudizio degli altri, ed ecco che così ricadiamo, alimentandola, nella triste logica delle fazioni.
giovedì 2 settembre 2010
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